Si è verificata una scoperta eclatante nel campo dell'anatomia umana, in particolar modo nella classificazione degli organi: il nostro corpo ci riserva ancora delle sorprese.
Abbiamo tutti un nuovo organo: il mesentere.
Il mesentere, un ripiegamento del peritoneo, ovvero della membrana che riveste la cavità addominale e parte di quella pelvica, era considerato un tessuto frammentato, composto da molteplici parti con funzione diversa, col semplice scopo di sostenere e
tenere in posizione l'intestino.
LE SUE ORIGINI
Tra i primi a descrivere il mesentere è stato Leonardo Da Vinci, che lo rappresentava come una struttura continua nei pressi dell'intestino tenue e del colon. Una rappresentazione mantenuta per secoli nei manuali di anatomia, ma abbandonata negli ultimi 100 anni in favore di una visione del mesentere come struttura complessa e frammentata.
A cambiare le carte in tavola sono stati gli studi portati avanti da un team di ricercatori dell'Università di Limerick coordinato dal chirurgo J. Calvin Coffey, che già nel 2012 aveva intuito la continuità anatomica del mesentere attraverso dettagliate analisi al microscopio. Dopo 4 anni di ulteriori analisi, Coffey è finalmente certo della sua scoperta: il mesentere è un organo, formato da due strati (chiamati foglietti) costituiti dallo stesso tessuto del peritoneo da cui originano (Mesotelio peritoneale), tra i quali scorrono vasi sanguigni, vasi linfatici, nervi e tessuto connettivo.
In seguito i risultati sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata The Lancet Gastroenterology & Hepatology e sono stati aggiornati i manuali di anatomia, includendo di diritto il mesentere tra gli organi presenti nel corpo umano.
Con la riclassificazione del mesentere si apre dunque un nuovo campo di studi, la "mesenteric science". Analizzandone le funzioni in un organismo sano, i ricercatori saranno infatti in grado di identificarne le variazioni, e studiarne il ruolo nell'insorgere di patologie addominali. Con la speranza che possa portare allo sviluppo di nuovi trattamenti e terapie di alcune malattie addominali ad oggi di difficile classificazione.
QUALI SONO LE FUNZIONI?
Le funzioni ipotizzate di cui l'organismo potrebbe godere sono tre: una funzione meccanica, ovvero l’ancoraggio delle anse intestinali alla parete addominale posteriore, assicurandone non solo la stabilità anatomica, ma anche la possibilità di movimento; la funzione di sorveglianza immunologica, ovvero il monitoraggio dell’ambiente intestinale; la regolazione del processo di coagulazione del sangue.
di FEDERICA DELLA GIOVAMPAOLA
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